
Un passo avanti importante verso la realizzazione della nuova Cittadella finanziaria di via Simeto, a Cagliari, è stato compiuto proprio oggi con la firma del patto istituzionale “Piano città degli immobili pubblici di Cagliari” che, secondo quanto comunicato dagli enti che hanno stipulato l’accordo, si propone di lavorare “per la valorizzazione storica, culturale e funzionale degli asset pubblici in chiave di sostenibilità economica, sociale e ambientale della città”.
Il patto è stato sottoscritto dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, dalla presidente della Regione autonoma Sardegna, Alessandra Todde, dal sindaco di Cagliari e della Città metropolitana, Massimo Zedda, dal rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Francesco Mola, e dal presidente dell’Autorità del sistema portuale del mare di Sardegna, Massimo Deiana.
Tra gli obiettivi principali: rigenerare, con soluzioni innovative e sostenibili, i grandi compendi del patrimonio immobiliare pubblico, riqualificare la laguna, le saline e il patrimonio storico artistico, promuovere i servizi turistici, con attenzione al punto di forza del porto, migliorare la qualità e la sostenibilità dell’ambiente urbano e i servizi al cittadino.
Nel comunicato stampa si legge: “Un esempio della visione e degli obiettivi del Piano è il progetto di riqualificazione degli ex magazzini Aeronautica di via Simeto, una struttura di archeologia industriale che sorge sul sito del primo insediamento della città di epoca punica dal quale si scorgono le saline, destinati a ospitare il nuovo polo dell’Agenzia delle Entrate e un mix funzionale per l’apertura alla cittadinanza”.
Il problema, già evidenziato da questa testata giornalistica, è proprio la riqualificazione della struttura “che sorge sul sito del primo insediamento della città di epoca punica”. Vale a dire: sotto via Simeto ci sono le rovine della città cartaginese. Non solo: lì sotto, o nelle immediate vicinanze, si trova Santa Igia, la capitale del Giudicato di Cagliari durante il Medioevo. Verosimilmente, i lavori procederanno con cautela perché non si dovranno danneggiare i reperti archeologici che si recupereranno. Secondo i progetti presentati alcuni anni fa, la consegna della Cittadella finanziaria dovrebbe avvenire nel 2027: a oggi sembra difficile riuscire a rispettare la scadenza prevista. Sia perché il cantiere è in ritardo, sia perché ruspe e operai “saranno seguiti come un’ombra”, citando la frase della Soprintendenza ai beni archeologici. Esiste anche una possibilità, non così assurda, che l’intero progetto si fermi per sempre qualora gli scavi riportassero alla luce proprio il nucleo abitativo di Santa Igia.
L’ipotesi più probabile è che i lavori proseguiranno a rilento per via degli scavi archeologici che invariabilmente dovranno essere effettuati ogni tot di tempo. È una dinamica piuttosto realistica se si intende costruire “sopra il primo insediamento della città punica”. Per tacere di Santa Igia, appunto. E allora, se le scadenze si rinviano, se il 2027 diventa 2028 o 2029, ecco che l’Agenzia delle Entrate sarà costretta a pagare ogni anno i tanti milioni di euro di affitti che sborsa già ora per poter usufruire dei locali che in questo momento ospitano gli uffici dell’ente, in tre o quattro punti differenti della città. Ed è anche facile ipotizzare che i 50 milioni di euro che erano stati preventivati per la realizzazione della Cittadella di via Simeto non basteranno più. In effetti, secondo una stima approssimativa più per difetto che per eccesso, la quota attuale salirebbe intorno ai 60. E ogni anno che passa, incrementa.
In via Simeto si procederebbe verso i 100 milioni di spesa di denaro pubblico, insomma, tra affitti pluriannuali e costo dell’opera. L’attuale Cittadella finanziaria di via Pintus non potrà fregiarsi di una vista panoramica sulle saline, come invece avviene in via Simeto. Però costa molto, molto meno. Un decimo, per l’esattezza. Infatti tra nove giorni verrà messa all’asta per 10 milioni di euro. Niente trasloco, niente disagi, nessun periodo di assestamento, e ben 90 milioni di risparmio circa. Invece.
Il Piano città degli immobili pubblici di Cagliari riguarda un primo portafoglio immobiliare composto da 16 beni. Tra gli immobili di proprietà dello Stato figurano la caserma Livio Duce, che diventerà la sede unica del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri; l’ex carcere di Buoncammino; l’ospedale militare di via Azuni che in parte ospiterà i Carabinieri di Stampace; gli Uffici ex Indire di via Galassi, destinati all’Istat; la sede del comando generale della Capitaneria di Porto di via dei Calafati.
Tra i beni di proprietà della Regione autonoma Sardegna, sono stati individuati l’ex Recinto fiscale (località La Palma), l’ex Enalc Hotel di via XXVIII Febbraio, l’ex deposito carburanti di Monte Urpinu e l’ex Cisapi Mulinu Becciu. Sono inclusi nel portafoglio immobiliare anche parte della Città della Salute di via Romagna, di proprietà della ASL che sarà destinata a sede dei NAS, Villa Melis in viale Diaz di proprietà dell’Università e l’immobile di via Grandi dell’Inps, dove sarà trasferita la Giustizia minorile. Inoltre, sono presenti i complessi immobiliari situati in viale La Playa, via Riva di Ponente e via Roma, appartenenti alla Regione, allo Stato, al Comune, alle Ferrovie e altri soggetti privati, insieme al distretto velico di Marina piccola.
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