
Quattro milioni di euro per formare giovani sardi nell’intelligenza artificiale e nell’audiovisivo. È questa la cifra con cui la Regione Sardegna punta a trasformare un’isola di tradizioni millenarie in un laboratorio di futuro. Due milioni per settore, stanziati interamente dai fondi regionali, per portare competenze tecnologiche avanzate in una terra finora ai margini della transizione digitale.
A presentare l’iniziativa è stata l’assessora al Lavoro, Desirè Manca, che ha parlato di una “sfida necessaria” per rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione. “Nel 2025, parlare di intelligenza artificiale significa parlare di domani. Con questi progetti vogliamo offrire opportunità di formazione, ma soprattutto creare nuovi posti di lavoro per la nostra popolazione,” ha dichiarato.
Il programma sull’intelligenza artificiale, destinato a diplomati e laureati in discipline tecnico-scientifiche, verrà sviluppato attraverso un incubatore certificato, promettendo un approccio pratico e qualificato. Quello sull’audiovisivo, invece, punta a formare nuove figure professionali in un settore che, complice la crescita delle piattaforme di streaming, è in espansione anche in Sardegna. Entrambi i progetti saranno realizzati sotto la supervisione dell’Agenzia sarda per le politiche attive del Lavoro (Aspal).
L’investimento annunciato dalla Regione Sardegna potrebbe rappresentare una svolta, ma non mancano dubbi. L’isola, con la sua identità millenaria, è pronta a confrontarsi con un futuro fatto di algoritmi e innovazione? Se da un lato il piano promette opportunità nei settori dell’intelligenza artificiale e dell’audiovisivo, dall’altro emerge il rischio che le competenze formate alimentino l’emigrazione giovanile, un fenomeno già drammatico.
Negli ultimi decenni, molti giovani hanno abbandonato la Sardegna, creando un vuoto difficile da colmare. L’obiettivo della Regione è invertire questa tendenza, formando professionisti capaci di costruire il futuro sull’isola. Ma non basta trasmettere competenze: servono infrastrutture moderne, opportunità concrete e un sistema che sappia valorizzare i talenti sul territorio.
La sfida non è solo economica. Come si integra un’isola di antiche tradizioni con l’innovazione tecnologica? Una Sardegna che usa l’intelligenza artificiale per valorizzare la propria lingua o raccontare le sue storie con strumenti moderni potrebbe dimostrare che passato e futuro non sono in conflitto, ma possono convivere.
La Sardegna ha già saputo reinventarsi altre volte. Ora è il momento di dimostrare che anche in un luogo di storia millenaria, il futuro può trovare spazio per crescere.
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