
L’infettivologo e docente universitario Luchino Chessa si è schierato contro la proposta della Lega di far uscire l’Italia dall’organizzazione mondiale della sanità (OMS). In un post sui social, Chessa ha definito l’idea avanzata da Matteo Salvini “un errore senza precedenti”.
“L’OMS è un’istituzione indispensabile per affrontare emergenze sanitarie globali come l’antibiotico-resistenza e le infezioni correlate all’assistenza sanitaria, che rappresentano una minaccia crescente,” ha spiegato Chessa. “Certo, ci sono stati errori, come il ritardo nella dichiarazione della pandemia di Covid-19, ma non è con l’isolamento che si risolvono i problemi. Uscire dall’OMS significherebbe isolarsi dal coordinamento globale e voltare le spalle ai Paesi più fragili.”
Il medico cagliaritano ha concluso con un appello alla responsabilità: “Se ci sono divergenze con l’OMS, si affrontano per via istituzionale. Abbandonarla significherebbe indebolire non solo noi stessi, ma anche la capacità della comunità globale di affrontare le sfide sanitarie del futuro.”
“L’Italia non deve più finanziare un centro di potere sovranazionale che va a braccetto con le multinazionali del farmaco,” ha dichiarato Salvini. “Quei 100 milioni di euro devono essere utilizzati per sostenere i malati italiani, rafforzare i nostri ospedali e finanziare i nostri medici.”
La proposta ha trovato il sostegno di alcuni esponenti, come il chirurgo plastico Roy De Vita, che ha definito l’OMS “inutile per i cittadini”. Anche l’europarlamentare Roberto Vannacci ha appoggiato la linea della Lega, sostenendo che “uscire dall’OMS sarebbe un segnale forte per riformare i carrozzoni burocratici internazionali”.
Al contrario, il mondo scientifico si è espresso in larga parte contro la proposta. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, ha avvertito che un’uscita dall’OMS creerebbe gravi problemi per la gestione delle emergenze sanitarie globali e indebolirebbe i Paesi più vulnerabili. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova, ha definito l’iniziativa “una boutade elettorale”, evidenziando il ruolo cruciale dell’OMS nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree di crisi come Siria, Gaza e Tanzania.
La discussione è destinata a proseguire, con l’Italia divisa tra chi sostiene la necessità di un coordinamento globale e chi vorrebbe dirottare le risorse verso la sanità nazionale.
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