Passione e pratica: il Vela Club Cagliari insegna a navigare davvero

Allievi del Vela Club Cagliari durante un corso di formazione

“Si dice che chi è appassionato di mare ha il sangue salato”. E’ con queste parole che si potrebbe descrivere Marco Fadda, presidente e fondatore dell’associazione Vela Club Cagliari, un piccolo diamante che sorge nel Molo Sant’Elmo, nel cuore del capoluogo sardo. Il presidente, accompagnato da Valentina Aimola, una delle istruttrici, racconta la storia della sua associazione e il suo modo di vivere la sua passione per il mare a 360 gradi.

Com’è nata la sua passione per la vela?

Ho vissuto il mare sin da piccolo grazie a mio padre che d’estate mi portava in barca a pescare. Successivamente decisi di fare un corso di vela e prendermi le patenti nautiche, con l’obiettivo di poter stare in mare 365 giorni l’anno. Feci della mia passione un lavoro imbarcandomi nelle navi mercantili e, dopo 12 anni di esperienze in mare, avviai questo progetto ambizioso qui a Cagliari, con lo scopo di formare nuovi velisti e di portare in città un’attività che a mio parere mancava.

Quando è nata l’associazione Vela Club Cagliari e con quale obiettivo?

Siamo nati nel 2014. C’erano già diverse attività a Cagliari nel settore velico, ma nessuna che avesse il nostro spirito e che puntasse così tanto sulla formazione. Siamo l’unica associazione della città che, una volta terminati i corsi, consente agli allievi di frequentare ancora il club per migliorarsi ulteriormente come velisti a tutto tondo. Ci piace definirci una famiglia più che un’associazione sportiva. Ad oggi abbiamo circa settanta tesserati, ma riceviamo ogni anno tantissimi nuovi iscritti. Siamo in crescita, ma noi pensiamo solo a mantenere alta la qualità dei corsi e il morale di chi partecipa.
Il nostro obiettivo primario è quello dell’insegnamento. Ci sono tante barche ormeggiate ma poca gente che sa guidarle, e chi vorrebbe imparare spesso non è affiancato come vorrebbe. Proviamo a colmare questa lacuna con una formazione pratica completa.

Come sono strutturati i corsi?

Abbiamo corsi per neofiti e corsi di tipo avanzato, in gruppi di massimo 5 persone. Essendo la vela uno sport d’equipaggio, ogni componente ha un ruolo ben preciso e i gruppi devono essere poco numerosi. Durante il corso ogni allievo sperimenta tutti i ruoli così da poter apprendere più compiti possibili. Inoltre organizziamo spesso delle gare interne attraverso la creazione di “racing team” per stimolare la competizione e il divertimento tra gli allievi.

Avete progetti connessi alla vostra attività?

Consideriamo molto importante l’inclusività nello sport e collaboriamo a diversi progetti per persone con disabilità, che sono sempre di grande insegnamento per noi e per loro. Ogni anno inoltre partecipiamo alla “Sail for Women”, un’uscita in barca a scopo benefico che nel 2024, a Cagliari, ha visto la partecipazione di ben 120 barche.

Quali sono le più grosse difficoltà nella gestione societaria?

Per ora siamo fortunati e riusciamo a sostenerci autonomamente, anche grazie a un’agevolazione economica sull’affitto degli ormeggi. Se dovesse esserci un cambio gestionale, come si sospetta, saremo costretti ad aumentare le quote. Abbiamo fatto diverse richieste a livello comunale ma è una strada tortuosa e molto in salita. Le nostre attività hanno scopo culturale e sportivo, e penso andrebbero agevolate e tutelate per il bene dei cittadini. Non occupandoci di agonismo, siamo interamente autogestiti e autofinanziati.

Quali sono i progetti per il futuro?

Cerchiamo di diffondere e avvicinare sempre più persone alla vela. Crescere è uno dei nostri obiettivi, ma vogliamo farlo con cautela per non perdere il vero spirito di questo sport. La mia paura più grande è diventare un’attività volta al guadagno, in questo caso si perderebbe qualità nella formazione e sarebbe più complicato trasmettere la nostra passione agli allievi e ai nostri collaboratori.

Cosa vuole dire a chi considera la vela uno sport elitario?

E’ un mito che ho sempre voluto sfatare e ora con l’associazione ci stiamo riuscendo sempre più. Consentiamo a ogni classe sociale di accedere ai nostri corsi a prezzi accessibili, ma soprattutto ci autofinanziamo e condividiamo le spese.

Cosa rappresenta il mare per te?

Il mare mi scorre dentro. Se sono lontano dal mare per troppo tempo ne sento il richiamo. E’ un modo di stare bene e di riconciliarmi con me stesso e con la natura. A differenza di tanti altri che lo vivono in solitaria, per me il mare significa condivisione di momenti, di attimi ma anche di conoscenza e di sapere.

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