Sardegna contro il Governo: ricorso sui nuovi impianti fotovoltaici

Parco Agricvoltaico

La Regione ha deciso di impugnare i decreti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), opponendosi alla costruzione di due impianti fotovoltaici previsti in provincia di Oristano. Secondo la Giunta regionale, i progetti non rispettano la normativa locale e potrebbero compromettere il paesaggio.
I parchi solari “Fattoria Solare Soliu” e “Fattoria Solare Tramatza”, progettati nei comuni di Solarussa, Zerfaliu, Tramatza, Siamaggiore e Zeddiani, non rientrano tra le “aree idonee” individuate dalla legge regionale 20/2024. L’assessora all’Ambiente, Rosanna Laconi, ha ribadito la posizione della Regione: “Non siamo contrari alle rinnovabili, ma servono regole chiare e il rispetto del territorio”.

Il nodo della questione è il delicato equilibrio tra lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela del paesaggio. Il Governo punta ad accelerare la transizione energetica, ma la Regione rivendica il diritto di stabilire dove e come realizzare gli impianti, nel rispetto della pianificazione territoriale.

Il peso del paesaggio nelle autorizzazioni

La battaglia legale si inserisce in un contesto normativo più ampio, segnato da una recente sentenza del Consiglio di Stato. La decisione n. 1872 del 5 marzo 2025 ha chiarito che l’impatto sul paesaggio deve essere un criterio centrale nel processo di autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili.

In particolare, il Consiglio di Stato ha stabilito che, in presenza di infrastrutture con un significativo impatto visivo, il paesaggio deve essere valutato non solo in base ai vincoli specifici esistenti sull’area, ma come elemento essenziale dell’ambiente nel suo complesso. La sentenza ha inoltre ribadito che la transizione energetica non può prevalere in modo automatico sui vincoli paesaggistici e ambientali: al contrario, è necessario trovare un equilibrio tra la necessità di sviluppare energie pulite e la tutela del patrimonio naturale e culturale.

Questa interpretazione rafforza la posizione della Sardegna, che insiste sulla necessità di una pianificazione attenta per evitare il rischio di compromissione del territorio.

Il conflitto istituzionale

La Regione contesta il fatto che i decreti ministeriali non tengano conto della normativa locale e dei pareri negativi già espressi. Oltre alla sentenza del Consiglio di Stato, anche la Soprintendenza Speciale per il Pnrr del Ministero della Cultura ha evidenziato criticità legate all’impatto paesaggistico e ambientale dei due impianti.
Il ricorso della Sardegna si basa su un principio chiave: la programmazione energetica nazionale non può ignorare le competenze regionali in materia di tutela del territorio. Il Decreto “Aree Idonee” del 2024, recepito dalla Regione, stabilisce infatti criteri precisi per individuare le zone adatte agli impianti Fer.
Ma il Governo ha un’altra priorità: velocizzare il percorso verso le rinnovabili per centrare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Il risultato è uno scontro che rischia di tradursi in lunghi contenziosi legali. Nel frattempo, i pannelli solari restano un progetto sulla carta e il sole continua a splendere inutilizzato.

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