DICE MONTALBANO. La necropoli punica di Tuvixeddu, a Cagliari.
E’ la più grande necropoli di età punica ancora esistente. Si trova all’interno della città di Cagliari, su tutto il colle omonimo, che si estende tra il rione cresciuto lungo il viale Sant’Avendrace e quello di via Is Maglias. Il nome Tuvixeddu significa “colle dei piccoli fori” in sardo, derivato dal termine "tuvu" che indica "cavità", in riferimento alle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.
Tra il VI e il III secolo a.C., i sardi scelsero questo colle come luogo di sepoltura per i loro morti. Le tombe erano raggiungibili attraverso pozzi scavati nella roccia, profondi dai due metri e mezzo fino a undici metri. All’interno di questi pozzi si apriva una piccola apertura che conduceva a una camera funeraria o cella sepolcrale, spesso finemente decorata. All’interno sono state trovate anche anfore decorate e ampolle usate per contenere essenze profumate.
Alle pendici di Tuvixeddu si trova anche una necropoli romana, che si affacciava sulla strada che, all’uscita dalla città, diventava la via Karalibus Turrem (oggi viale Sant’Avendrace). Questa necropoli romana è composta principalmente da tombe ad arcosolio e colombari. Tra le tombe di particolare interesse ci sono la Tomba dell’Ureo e la Tomba del Guerriero Sid, entrambe decorate con palme e maschere, ancora ben conservate.
Crs4, Massimo Carpinelli prende il posto di Giacomo Cao
Cambio al vertice del Crs4: l’assemblea dei soci ha nominato nuovo amministratore unico il professor Massimo Carpinelli, già rettore dell’Università di Sassari e attualmente direttore dell’European Gravitational Observatory. Succede a Giacomo Cao, che ha guidato il centro di Pula negli ultimi anni.
«Questo incarico è per me motivo di orgoglio – ha detto Carpinelli –. Il legame con la Sardegna è forte, e contribuire al rilancio di un centro così importante è una sfida che affronto con entusiasmo».
Farmacie, la voce di chi ha venduto: “Lo Stato ci ha tolto il farmaco. Cercare stabilità non è una colpa”
In Sardegna il volto della farmacia sta cambiando. Sempre più attività storiche passano sotto il controllo di grandi gruppi come Farmagorà, mentre si assottiglia il numero delle realtà indipendenti. Le acquisizioni proseguono, e con esse cambia la mappa della distribuzione farmaceutica: da Cagliari a Mogoro fino alla provincia di Sassari, il gruppo è passato da due a cinque farmacie in tre anni, con ulteriori ingressi previsti a breve. Ma cosa pensano davvero le persone che hanno ceduto? Due interviste a direttrici oggi parte del gruppo aiutano a capire: Anna Broccia, ex titolare a Mogoro, e Letizia Quesada, professionista interna oggi alla guida della farmacia di Pirri.
L'ANALISI. Nelle farmacie sarde arriva la Borsa (e forse non è una bella notizia)
Prosegue la calata della Finanza dei fondi in Borsa e l'onda lunga arriva anche in Sardegna, dove la sanità e i servizi sanitari privati sono in crescita vorticosa, complice la crisi della sanità pubblica. Ormai sul fronte farmacie è un testa a testa tra due big quotate a Milano e in mezzo ci sono i titolari di farmacia, che osservano preoccupati il loro futuro. E qualche volta vendono tutto al miglior offerente. Farmagorà, un gruppo del quale fa parte anche il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, è particolarmente attivo nelle acquisizioni. Le ultime sono la farmacia Marongiu di Pirri e quella Broccia a Mogoro, nell'Oristanese, comprata all'asta. Ma prima ancora Farmagorà aveva comprato per prezzi a due cifre, favola o realtà, le farmacie del Gruppo Murtas di Cagliari: quella di via Scano e quella di via Pacinotti. Una guerra a colpi di atti notarili con il Gruppo Hippocrates, che conta ormai in Italia oltre 400 farmacie e in queste settimane sta valutando acquisti nel Cagliaritano e soprattutto in Gallura.
Suicidio assistito, arriva in Aula la legge. E il Governo la impugnerà
"La giunta Todde, a livello politico, sostiene questa legge perché è un segno di civiltà, ma va declinata meglio." Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, commentando l’avvio dell’iter consiliare per la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, approdata oggi in Commissione Salute del Consiglio regionale.
"La legge sul fine vita è una questione molto delicata – spiega Bartolazzi ai microfoni dell'agenzia Dire – perché implica aspetti di coscienza, religione e obiezione. È comunque un segno di alta civiltà, se si riesce a proporla nel modo giusto. Da medico devo dire che questa legge parte da un punto critico: si parla esplicitamente di suicidio assistito. In realtà, questa dimensione è sempre esistita nel rapporto tacito tra medico e paziente: il medico sa quando fermarsi, il paziente sa quando vuole fermarsi."
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